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Pere William

Nella pianura emiliana, tra le province di Bologna e Ferrara enormi piantagioni, nei mesi più caldi,  vantano una raccolta giornaliera di oltre 300 casse contenenti circa 250 kg di pere William ognuna.
Le decine di contenitori pieni posizionati lungo i filari, avvertono dell’avvenuto passaggio dei lavoratori, quasi sempre stagionali, spesso provenienti dall’Est Europa; buona parte di loro non comprende nemmeno una parola della lingua italiana,  altri parlano con un accento russo-emiliano, che hanno migliorato da anno in anno durante la raccolta.
Le giornate lavorative iniziano alle sette della mattina e durano dodici ore per chi è in grado di manovrare tra i filari le grosse macchine con apposite pedane che facilitano la raccolta tra i rami più alti;  dieci ore per chi si muove a piedi e si occupa della parte bassa dell’albero.
Allungato tra i rami, Ciprian, mi racconta che viene dalla Romania ed è il sesto anno che vive in Italia con la moglie e la figlia di 7 anni, che l’inverno si occupa della preparazione dei raccolti e che il lavoro bisogna tenerselo stretto, perché ogni giorno un viavai di gente si offre per lavorare.
Il compagno con cui divide la piattaforma, è arrivato ad inizio stagione e viene dall’Ukraina, non parla l’italiano ma ci tiene a farsi tradurre che in patria è un insegnante, scrittore e poeta ed ha pubblicato vari libri di poesie, si sente orgoglioso della scelta di un lavoro poco intellettuale, del sacrificio dei tre mesi di lontananza, del trascorrere l’intera giornata a lavorare, del dividere un appartamento con degli sconosciuti di diverse provenienze con cui non riesce a scambiare nemmeno una parola, orgoglioso che tutto questo permetterà a tutta la sua famiglia di vivere bene per il resto dell’anno.
Il ritmo è lento ma incessante, ci si ferma solo per posizionare la cassa piena sul terreno e caricarne una vuota sulla piattaforma.
Il sole comincia a picchiare, cominciano a ronzare le zanzare e il sudore attacca la t-shirt alla pelle, sono appena le nove, mancano 3 ore per la pausa-pranzo e 10 per terminare la giornata.

L'Italia ha un'elevata produzione di pere, concentrata soprattutto nel settentrione, la sola Emilia-Romagna produce il 70% del prodotto nazionale e il 40% sul totale europeo, tanto che l'UE, con un delibera del 1998, ha rilasciato il riconoscimento IGP  (Indicazione Geografica Protetta).
Il 7 maggio 2002, poi, a Ferrara è stato costituito il Consorzio di Tutela e Valorizzazione della Pera dell'Emilia Romagna IGP, che ha lo scopo di aprire nuove prospettive alla  promozione della tipicità e dello stretto legame tra prodotto e territorio d'origine.
La William, varietà di pera tra le più diffuse, è la più coltivata in Italia, si trova sul mercato da Agosto a Novembre ed è adatta ad un impiego industriale per confetture e succhi di frutta.
Fu selezionata, alla fine del Settecento, nella città di Aldernaston, in Inghilterra, è un frutto dall’aspetto tondeggiante, di colore piuttosto uniforme e dalla buccia molto sottile, ha una polpa succosa ed è ideale per macedonie, frullati e cocktail.
Oggi è quasi impossibile conoscere tutte le varietà di pere esistenti, se ne conoscono oltre 5000, anche se in minima parte oggetto di coltivazione da reddito, una sorta di classificazione può essere fatta definendone il periodo di maturazione e tra quelle a maturazione estiva  spicca  proprio la William.

 

 

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