piva

Ferdinando Piva in piazza Maggiore - Bologna                  foto Luca Bolognese

Ferdinando Piva in piazza Maggiore - Bologna                  foto Luca Bolognese

Ferdinando Piva in piazza Maggiore - Bologna                  foto Luca Bolognese

Ferdinando Piva in piazza Maggiore - Bologna                  foto Luca Bolognese

Ferdinando Piva in piazza Maggiore - Bologna                  foto Luca Bolognese

Ferdinando Piva in piazza Maggiore - Bologna                  foto Luca Bolognese

Ferdinando Piva in piazza Maggiore - Bologna                  foto Luca Bolognese

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L'uomo scaletta

 

Ferdinando Piva è un signore di Comacchio che ogni giovedì si presenta in Piazza Maggiore(BO) con la sua scaletta e, come nella migliore tradizione dello speaker corner, offre ai passanti la possibilità di riappropriarsi della piazza, o salotto pubblico, come la chiama lui, per ricominciare a parlarsi, confrontarsi e scambiarsi le idee. Purtroppo proprio a causa di alcune leggi fasciste sulle riunioni pubbliche non autorizzate (tutt’oggi vigenti in Italia!) e reati di parola (offese al Presidente della Repubblica),questa persona ha scontato più di un anno di carcere. E’ normale che in una democrazia si possa finire in galera per una parolaccia indirizzata ad una persona istituzionalmente più potente di un “semplice”cittadino? E’ normale andare in galera per una legge scritta nel 1931 da Rocco che proibisce a delle persone di radunarsi in una piazza? Piva continua a collezionare denunce e condanne per reati di parola e d’espressione: ai processi si presenta con il certificato di sanità mentale e in veste di reo confesso chiede sempre il massimo della pena oppure in alternativa le dimissioni del magistrato giudicante (perchè il legislatore sia stimolato ad abrogare gli articoli incriminati!). Fino ad ora siamo arrivati già ad una decina di anni di carcere da scontare già esecutivi ma Piva promette di guadagnarsi l’ergastolo perché ad un’Italia come questa lui preferisce il carcere. La forza delle sue idee e dei suoi valori traspare anche dagli scatti.

Fabrizio Bezzini

 

 

 

 

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